TIZIANA BOCCI testo1 - giovannabenzi

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TIZIANA BOCCI
Scrittrice


Un’impresa ardua per questa nostra babele terrena, riuscire a trovare un linguaggio efficace, in comune tra gli eventi di fuori e le commozioni di dentro, che sia buon nutrimento per il nostro eros creativo vitale: essenziale per la consapevole, serena e appagante esistenza di ogni creatura. Eros creativo di cui il creato è imbibito. Utilizzare parole, segni, disegni, segnali universali, semplici e sacri, di cui tanto abbiamo bisogno per vivere in pienezza, insieme, sotto e dentro questo cielo. Giovanna Benzi è riuscita nell’impresa! Con le sue “mille e una nuvola” (cit. Emanuela Pulvirenti), ha trovato l’alfabeto efficace: ri-di-segnare “segnali di vita”, saturi nella forma e nei colori che, come segnali di fumo indispensabili per comunicare a grandi distanze con un linguaggio unico e comprensibile a tutte le differenti culture tribali, ci vengono incontro dal cielo per narrarci romantiche favole antiche. “Segnali di vita” sempre attuali a cui tutti vogliamo ancora dare ascolto perché nutrono i sensi di buono e il senso di bello. Contemplare, leggere, tradurre, interpretare, lasciarmi nutrire dalle nuvole fermate in un attimo e raffigurate attraverso le meravigliose competenze artistiche di Giovanna Benzi, ha significato permettermi di fluire e danzare con una antica parte di me. È stato come sentire, ri-comprendere e dare voce nell’attimo presente, al transfert empatico e al contro-trasfert simpatico con la mia bambina interiore ed eterna. Comunicazione intima tra parti di me e le opere d’arte, che cercherò di tradurre con parole gonfie di senso vitale, come le nuvole che Giovanna Benzi dipinge. Il primo vissuto che ho provato ponendomi emotivamente faccia a faccia con le opere di Giovanna, è legato ad un ricordo che accomuna la sua vita con la mia: lo stupore e la gioia di bimbe che passano ore a guardare i disegni nel cielo formati dalle nubi, cercando di comprendere il senso della storia dipinta nel blu. Una postura del DNA dell’anima che ci ha rese sognatrici, diversamente abili nel farlo, e poi donne che attraversano la vita col naso all’insù ... E ho immaginato che la piccola Giovanna, così come è stato per me, abbia presto scoperto che le nuvole narrano di volti terrestri ed extraterrestri, di animali e di elfi e di Babbi Natale, di case, palazzi e villaggi celesti, di segni e di scritte a volte leggibili da sinistra a destra e a volte al contrario ... e di mostri e di buio da osservare a dovuta distanza, ovvero soltanto da molto lontano ... Insomma di un mondo vivo, vitale e diverso, distante eppure a noi così vicino, che ha motivato me, così come immagino lei, a continuare ad odorare la vita con gli occhi e le loro visioni rivolti e ben concentrati sui moti di quel lontano e pur intimo “oltre”, per coglierne i messaggi portatori di sollievo e leggerezza per le bio-specie terrene che vivono nel qui e nell’ora. Ho immaginato questo processo interiore, psicoemotivo ed artistico, così motivante e produttivo, perché è come se nelle opere della donna Giovanna Benzi le gonfie nuvole ricche di “segnali di vita”, arrivassero dal cielo per incontrare, per comunicare e per avvolgere la madre terra. Una terra narrata dall’artista attraverso maestose rocce, imponenti e brulle montagne, alberi immensi e protesi, a volte verdeggianti e a volte completamente spogli che, in contrasto con le leggere e mobili nuvole, sono il dipinto della totale stabilità e immobilità che la pesantezza gravitazionale dell’infinito qui e ora, gli impone. Cieli così diversi da quelli raffigurati dagli “schizzi di nubi” dei grandi maestri romantici come Constable, Turner, Friedrich, uomini nelle cui opere il contatto del cielo con la terra o è inesistente o è vaporoso ed informe oppure sconfinato e lontano. Con il mio transfert ho viaggiato prima tra forme e colori saturi di romanticismo al femminile (“Le forme del vento”, 2014) ricco di arancioni e blu, come i colori dei chakra indispensabili per dar luce a una nuova vita. E sono atterrata, poi, in quelle bidimensionalità tipiche dell’iconografia sacra, che nell’opera “Connubio” (2018) sono illuminate di bianco e nero come lo il Tao. E, mentre mi trovavo a riflettere sulla connessione tra le filosofie indovediche-tantriche e quelle taoiste, la canzone “Il cielo” di Renato Zero ha iniziato a suonarmi in testa e ad accompagnare ricordi e riflessioni. “Quante volte ho guardato al cielo? ... E non c’è pietà per chi non prega, e si convincerà che non è solo una macchia scura il cielo ... quante volte avrei preso il volo ... la presenza di chi è andato già ... Il cielo ...” È stato in quell’istante che mi sono chiesta se Giovanna, così come tanti altri ricercatori esistenziali più o meno famosi, abbia ricevuto le risposte che nel corso della sua vita ha continuato a cercare attraverso l’arte di dipingere in modo monotematico i “segnali di vita” che le sono arrivati dal cielo grazie all’acqua, al vento e alla luce. Le nuvole sono acqua modellata dal vento, e sono rese illuminate e colorate dalla luce del fuoco solare, e sono portatrici di terre lontane ... Le nuvole sono, per eccellenza, dopo l’essere umano, la migliore sintesi figurativa ed estetica dell’integrazione tra gli elementi che secondo le medicine orientali producono vita ... le nuvole sono disegni “anatomici” degli artisti del cielo, forse un po’ meteoropatici, che narrano l’esistenza di energie alate e vitali, invisibili agli occhi di molti e così tangibili ad alcuni con la visione del cuore ... Ed allora, con intuitiva comprensione, ho immaginato che questa romantica donna, artista ed insegnante, esperta nel disegnare anatomie scientifiche, abbia davvero ricevuto risposte e messaggi importanti attraverso i “segnali di vita” del cielo e, in aggiunta, per dono karmico, abbia sentito il bisogno di eseguire un piacevole compito da svolgere nell’oggi del qui e ora: poter e saper dipingere e disegnare “L’oro in cielo” (2015)! Contemplando, leggendo, traducendo, interpretando e lasciandosi nutrire dai segnali di vita che il cielo ha consegnato alle competenze degli occhi, delle mani e del cuore d’artista di Giovanna Benzi, a “sentire” ben bene, ognuno di noi può ri-imparare ad ascoltare, a comprendere e a comunicare attraverso e con forme significative imbevute di vita originaria. Quelle energie naturali colme di eros creativo, un po’ magiche e sapienti, che non hanno bisogno di rispettare le leggi dell’uomo vitruviano incarnato nella propria bio specie. Liberi di esistere, i “segnali di vita” ci raggiungono dal sopra di noi per incontrarci, per aiutarci, per sollevarci dallo stabile e pesante della vita, suggerendoci di rimanere bambine e bambini col naso all’insù, per poter continuare a ricordare di quali limpide acque, di quale soavi e robusti venti, di quali morbide e colorate terre, di quale illuminata e illuminante luce siamo creati ... nonostante e oltre gli eventi terreni ... Ed allora ho sentito un’unica voce interiore parlare: “Un insegnamento creativo molto importante quello affidato all’arte di Giovanna Benzi ... segnali di vita da consegnare a chi saprà guardare alle sue opere con gli occhi del cuore” ... E in un istante “Un angelato” (2017) mi ha sussurrato ... “Sì! ... È proprio così ...”
© Friarte 2020
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